facebook ed il marketing di se stessi

facebook-icons_vectorfacebook è l’ultima, (per il momento), frontiera del marketing di ciò che siamo, o meglio, (o peggio?), ancora di ciò che vorremmo essere, o che vorremmo che gli altri pensino che siamo.

Es. Clicco sul “tuo” nome, controllo i tuoi link e le cose che scrivi e mi accorgo che: a) ti piace Saviano, “antimafia” è il tuo secondo nome; b) sei il più grande esperto di musica, cinema e letteratura del mondo; c) condanni fermamente ogni tipo di violenza; e) uccideresti con le “mani tua” i pedofili, Berlusconi, chi abbandona i rifiuti in strada e chi lascia la luce accessa quando esce da una stanza; f) hai quasi 400 amici, molti con dei look fighissimi (in foto); g) sei chiaramente cittadino del mondo, e questo paese in declino ti sta stretto; h) sei comunista, ma di destra, ti piace grillo e dialoghi con il pdl (ma dopo aver ucciso il nano).

Poi ci penso un pò su e mi ricordo di come ti ricordavo “live” e cioè: a) pressocchè apatico rispetto ad ogni riflessione politico-sociale; così sfigato che la sfiga associata a te si risentiva, e finiva con il sentirsi oltre  che sfigata, pure triste; b) in grado di esprimere valutazioni solo sulla percentuale di passaggi azzeccati del Gargano di turno; c) incapace di lasciare per più di 3 giorni non dico Napoli, non dico il tuo quartiere, ma il pianerottolo di casa; d) assiduo insozzatore di strada con gomme da masticare, mozziconi e, alla peggio, in assenza dei primi due elementi, con sputi da competizione.

Ma facebook “ti” ha dato una possibilità, quella di riscriverti sul libro dei ricordi dei tuoi amici, (leggi conoscenti, leggi contemporanei), per apparire più in gamba, più colto, più attento al mondo, più viaggiatore, più misterioso ed intrigante, più, come diceva Il grande vate Gennaro D’Auria, “avvolto da sintomatico mistero”, (se non erro era una citazione di Battiato).

Ma in fondo che male fai? Nessuno, se non quello di affidare, ancora una volta all’apparenza, il compito di veicolare la tua immagine e magari promuoverla.

Mi ci metto anche io, per carità, ma non sono così saggio da sviscerare qui la mia autocritica.

In ogni caso apprezzo che dei 530 contatti che hai, 480 sono donne che non hai mai visto dal vivo, bone come un pezzo di pane cafone, e spesso cafone, sempre come il pezzo di pane di cui sopra.

Ma questo è il secolo veloce, anzi velocissimo, dove tutto si consuma a suon di clic, di “mi piace”, “di condividi”, di “carica foto” e di coglioni, o ingenui, o chissà cosa che, per entrare in contatto, magari arrivano ad inserire anche il link al proprio blog…:)

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO:

Poichè questo blog non se lo sono mai cacati più di 4-5 persone, qualcuno di quelli che in questi giorni si sta collegando, può spiegarmi come ci è arrivato? Sapete, passare da 4 contatti al giorno a 200, fa un pò impressione, non vorrei che qualcuno mi ascoltasse:)

p.s. “o tu visitatore che di legger sempre si accontenta

non essere timido, ed il post, a cuor leggero, commenta”

Scoop de “Il Giornale”

il giornale-fecciadopo il finto scandalo di Ruby, (trattavasi invece di rapporti diplomatici di alto profilo), che ha avuto come diretta conseguenza, (nessuno si azzardi a dire il contrario), la caduta di Mubarak e del suo regime, ecco spuntare, dagli archivi segreti della procura di “comunistilandia”, la libica “Stomessa Ben Alì”,  giovane immigrata clandestina, giunta in Italia a bordo di un triciclo eolico e subito aiutata dal nostro, maganimo, presidente del consiglio.

Le carte parlano chiaro, al suo primo ingresso ad Arcore, la giovane libica aveva solo 13 anni, ma riferiva di averne 62 e di essere prossima al pensionamento, per questo pare il premier si sia offerto di pagarle, senza chiedere nulla in cambio, i 3 anni di contributi che le mancavano per arrivare alla pensione.

Ecco il motivo dei pagamento effettuati con bonifico e non in contanti, visto che nulla vi era da nascondere.

In ogni caso, solo agli ingenui potrà essere sfuggito il collegamento, diretto ed incontestabile, tra la rivolta attualmente in corso in Libia e la giovane Stommessa Ben Alì. E’ evidente ormai come la politica estera di Berlusconi, fatta di approfonditi colloqui con illustri rappresentanti delle frange più insofferenti ai vari regimi nordafricani, abbia spiegato e spieghi i suoi immediati effetti sullo scacchiere internazionale. Se non è uno statista un uomo così, allora io non so cosa significhi la parola statista…Berlusconi sta portando la libertà anche in Africa.

In ogni caso, da altre intercettazioni è emersa la partecipazione alle riunioni politiche di Arcore e Palazzo Grazioli, anche di una giovane statunitense… Secondo wikileaks, Obama si starebbe già grattando le palle presidenziali…

Sesso

img.jpgquesta è una prova…Cerco di capire, o di avere conferma del fatto che, come dice il vecchio detto, “tira più un…”, insomma visto che ormai, a parte il rosario elettronico, tutto è stato pubblicizzato con un culo di donna, perchè non provarci con un blog, o quanto meno, perchè non rendersi conto che, senza qualche tetta e qualche culo i messaggi, ormai, fanno davvero fatica a passare?

Stamattina, in metropolitana, due anziani parlavano animatamente del degrado di questi tempi, uno in particolare ricordava i tempi della 2^ guerra mondiale, magnificando la tempra degli “uomini di una volta”, stanco poi di interloquire con il dirimpettaio di seggiolino, ha stretto il braccio di un altro anziano che era in piedi di fianco a lui e, non so come, sono arrivati a parlare della Libia.

Il tizio in piedi dopo un pò ha detto “noi eravamo andati a -C-I.V.I.L.I.Z.Z.A.R.L.I.- e loro ci hanno cacciati pure…Ha detto proprio “civilizzarli” ed io mi sono sentito percorrere da un brivido di schifo.

Questa storia per la quale l’europa, o cmq l’occidente di volta in volta, animato di amore per il prossimo, o civilizza, o esporta democrazia, o porta ricchezza, ha davvero stancato.

Forse sarebbe il caso di chiedersi se paesi come la Libia, avevano o meno voglia di essere civilizzati. D’altronde l’Egitto, la Tunisia, la stessa Libia, stanno mostrando un carattere ed un coraggio non comuni nel ribellarsi a regimi spietati e ancora attaccatissimi al potere.

Che avessero loro forse qualcosa da esportare?

Ovviamente mi sono ben guardato dal comunicare a quei simpatici anziani il mio pensiero, mi sono limitato ad ascoltarli, a compatirli un pò, a compatire un pò anche me stesso che, al contrario di quei tre, non ho grandi certezze, soprattutto non so più cosa sia un paese civile…

E cmq…Sesso, sesso, sesso, sesso, ecco l’anima del marketing, se sto blog, farà tanti contatti solo per aver scritto la parola sesso, prometto che domani ci metto anche un culo e due tette nella homepage…E chissènefrega, tanto ormai, più che il curriculum, conta il culum.

Numeri

numeri

Serena lavora con i numeri, non ha un banco lotto, (peccato, avrebbe più garanzie lavorative), non ho mai capito esattamente cosa fa, me ne sono fatto un’idea. Qualcosa del tipo, trasformare la realtà in numeri.

Posso farlo anche io…Non come lei, ma posso provarci.

Partendo da un’affermazione che si sente spesso “nella vita ci vogliono i numeri”, ed interpretandola a modo mio, mi sono chiesto: – che numeri ci voglio per essere felici?-

Ecco le mie risposte:

3 pasti al giorno

3 paia di scarpe invernati; 3 primaverili/estive + 2 paia di sandali leggeri

non meno di 10 donne (nell’arco della propria vita), il politically correct mi impone di specificare “ovviamente mai più di una per volta”

2 amici veri

5 amici per caso;

10 persone con cui far gruppo (se si è fortunati nel gruppo ci rientrano sia i 5 per  caso che i due veri)

non meno di 5 libri all’anno;

30 giorni di vacanze, spalmate come vi pare;

2.000 euro netti al mese,

1 orologio dignitoso;

2 confezioni di kimbo sempre in casa;

2 giorni di sport a settimana;

3 nemici giurati;

5 nemici occasionali (detti anche, gente che ti sta sulle palle);

un paio di sogni da bambino;

1 desiderio adolescenziale

1 progetto da adulto;

1 programma per quando sarai vecchio;

10 sorrisi al giorno;

max 3 specchi in casa;

Potrei continuare all’infinito, ma il senso è che oggi penso che, il segreto stia nel trovare la misura, il numero giusto di ore da lavorare, di giorni per godere, di viaggi da fare, di tempo per stressarsi e per riposarsi.

Andrebbe messo tutto in un computer, se ne dovrebbe tirar fuori un modello matematico, estrapolare un grafico, farne una presentazione in power point, essere sul punto di lanciarla per mostrarla agli “altri”, poi chiudere tutto, fregarsene dei numeri e dei calcoli, indossare la prima cosa che si trova e uscire a prendere aria, quanta più possibile…

Primavera

primavera

Oggi niente riesce a farmi ricredere sul fatto che sia primavera, anche se è pieno inverno, anche se ho acceso i riscaldamenti, anche se in questo preciso istante ho le mani congelate, però l’aria è quella…

E questa cosa mi da uno strano buonumore, il chè di questi tempi è già una notizia.

Ogni volta che torna la primavera, (quini ormai è assodato che è tornata), io ho di nuovo 18 anni, ho di nuovo un motorino tipo il boxer, che nella scala moto-evolutiva sta allo scooter come la merda di piccione all’uomo.

E insomma questo mi fa stare bene, mi sembra che ci siano mille porte aperte, mille strade da prendere, mi sembra quasi di non essere diventato la palla che so di essere diventato.

E poi questa è la prima primavera di Corrado, da poco rinominato “Mr Paciocco”.

Lo ammetto, questo è proprio un post inutile, però mica posso farmi sempre il sangue amaro per colpa del nano, dello schifo di questa città, del vaticano e di tutte le cose delle quali mi lamento ogni giorno…

Mi è tornata perfino la voglia di andare a correre, mi sa che dalla settimana prossima (sempre che non torni l’inverno), tornerò sulla pista malmessa del collana, a rubarmi sole, aria, chiacchiere con gli amici e perchè no, a godermi un pò i miei 18 anni:)

Se “Ruby” vai in galera (forse…)

padre-e-figlio-disegni-da-colorare

Il caso di scuola che spesso i bambini mettono di fronte agli adulti è “ma se uno ruba una mela perchè ha fame, va in galera?”.

La risposta non è facile, richiede una lunga riflessione, al punto da doversene uscire con un ambivalente “dipende”…

Ma se il bambino si fa grande, e magari ha barba e baffi, e chiede: “ma se vai a mignotte minorenni ed eserciti pressioni per coprire il tuo reato, vai in galera?”, la risposta qui dovrebbe essere facile, qualcosa del tipo:  “se dimostrano che le accuse sono vere, si!” con tanto di punto esclamativo.

Ahimè (ahinoi), non è così.  Ammesso che il nano venga condannato, ammesso che non si inventino qualche legge, leggina, legguccia per stravolgere il normale svolgersi del processo, per male che vada, di certo non andrà in carcere.

No, perchè ci sono i 3 gradi di giudizio, no perchè la prescrizione è la mannaia di tutti i processi ed è sempre in agguato, no perchè è un vecchiaccio, no perchè,  è un incensurato, (qui mi viene da ridere), al primo reato.

Si, ci sarebbero le conseguenze politiche, perderebbe molti appoggi, forse ci sarebbe l’interdizione dai pubblici uffici, ma al bambino che non si stanca mai di domandare ciò che richiederebbe risposte ovvie, chi glielo spiega che la galera è solo per i poveri, per gli sfigati o per quelli che davvero ci si sono impegnati a finire dentro.

Non sarebbe più sensato smetterla con questo mito dell’educazione alla giustizia ed alla legalità, e dire ai nostri figli “guarda a papà, questo governo, ma anche i precedenti, per incentivare la tua crescita professionale/lavorativa hanno introdotto il – bonus reato-, quindi adesso esci e cerca di spendertelo il meglio possibile”.

E pensare che c’è ancora chi ragiona sul valore rieducativo della pena e su quello meramente punitivo…Poveri sfigati teorici…

Poi…Poi vorrei evidenziare un altro paradosso. Nel paese dove le donne devono ancora scendere in piazza per rivendicare dignità e rispetto, tutti, ma proprio tutti, sottolineano come il collegio giudicante del processo al nano, sarà composto da 3 donne…E allora? Non è forse questa ripetuta sottolineatura un modo per marcare, ancora una volta, una qualche diversità uomo-donna? (Anche se l’intento è quello di segnare una sorta di contrappasso)

Fintanto che si diranno cose del tipo “ma sai che quel manger così in gamba è una donna” o “sai quello è stato il primo uomo nero nello spazio”, si sarà ancora ben lontano dallo sredicare la discriminazione.

Ero contrario e resto contrario alla manifestazione di domenica scorsa per ragioni che non so spiegare se non facendo ricorso a sensazioni, o forse per il semplice fatto che rispetto allo schifo totale che ci stanno propinando, ci dovremmo sollevare tutti, senza guarda a cosa alberga o meno nelle mutande…Ed invece, anche quando protesta, la gente d’Italia, è divisa, saremo sempre Guelfi e Ghibellini…

Ultimo punto, è poi prometto che la faccio finita, perchè non voglio tediare i miei 3 lettori assidui, è quello legato al nano che parla di far causa allo Stato…

A parte il probabile assurdo giuridico, mi chiedo poi: “non dovrei far per primo io causa al Comune, al Parlamento, al Presidente del Consiglio, agli Stati Uniti, al Vaticano, alla classe politica, al Pd, al Pdl, a Pippo, Topolino e Padre Pio?”. Ma ci rendiamo conto di quanto ci stanno togliendo, e di quanto ci hanno già tolto? Siamo la generazione anestetizzata da Sky e dall’ Ipad, che non ha prospettive di crescita, nè economica, nè sociale, e se sei napoletano, e vivi in questa merda, le rivendicazioni aumentano a dismisura.

Vabbè, ora si è rotto le palle pure il bambino che mi faceva le domande all’inizio, vuole andare a giocare, spero che da qualche parte sia rimasta un altalena sana…

Il vero anticristo è il Drive in…

drive_in

La conclusione cui tante menti illustri sono giunte, dopo ore ed ore di confronto, di “mi faccia terminare”, “non mi interrompa, io non l’ho interrotta”, di “guardi, questo servizio è scandaloso, io vado via” e di “lei è un conduttore fazioso”, è stata ed è che la colpa di tutto è del “Drive in”.

Eppure io del Drive in mi ricordo il tenerorso, mi ricordo l’imitazione di Gervasetto, mi ricordo Greggio che vendeva i famosi quadri di Teomondo scrofalo, mi ricorso il Dott. Vermiglione psicologo santone… Si certo, c’erano ragazze con davanzali di tutto rispetto, ma questo non mi ha trasformato in un serial fucker, nè in un delinquente…

E’ facile e stupido additare la televisione e dire che la colpa è tutta lì; la colpa di tutto intendo, della violenza, dell’apatia, del berlusconismo, del maschilismo, del disfacimento dei valori e di tutto il resto.

Quando ascolto tanti geni attribuire alla tv tutta questa importanza, mi viene da pensare che siamo una specie, (quella umana), fatta di zombi, alienati e spenti davanti allo schermo, incapaci di comprendere che se mazinga si butta da un dirupo, altrettanto non possiamo fare noi dal ponte di via cilea…

Per me non è la tv che ha generato questo macello, nè tanto meno il Drive in, se proprio si volesse trovare un responsabile dietro quel vetro, andrebbe fatto con più precisione, chessò, additando la pubblicità.

La pubblicità si ha creato dei mostri, ci ha imposto dei bisogni da soddisfare che bisogni non erano, ci ha detto che se vuoi essere libero e giovane devi avere almeno un suv da mt.7×4 e pazienza se poi giri due mesi per parcheggiare; che sei vuoi ritrovare un vaso antico, devi berti mezza bottiglia di liquore e chissenefotte se poi devi guidare un aeroplano.

La pubblicità ha preso tutti i valori e le aspirazioni e le ha condensate in un unico dictat: possedere!

Non era il Drive in che mi diceva di comprare per il gusto di comprare, era quello che c’era in mezzo.

Mi fa tanta tristezza che domenica le donne scendano in piazza a protestare contro Berlusconi e contro “quella cultura iniziata con il Drive in”, come se la definizione di ciò che una donna è, sia per forza legata a quello che la tv, propina o ha propinato. Senso avrebbe una manifestazione per chiedere una reale meritocrazia in questo paese e non la mignottocrazia, come qualcuno ha scritto.

Scusate se mi accanisco, ma a me il Drive in piaceva, ricordo ancora la stretta allo stomaco quando arrivava il monologo finale di Gianfranco D’Angelo, che si trasformava per me nel preludio del lunedì scolastico.

E poi il giorno dopo a scuola ripetevamo le gag, le battute, le imitazioni…

Ora vi saluto, ma non prima di aver letto l’ora sul mio “orologiao ao ao”…(cit. Beruschi) :


Ragionando di legge

legge

Essendo un vecchio lamentoso imprigionato nel corpo di un adulto lamentoso, ogni giorno, nel fare la strada da casa allo studio, “iastemmo” sempre contro le stesse cose: auto in tripla fila o nella zona pedonale, vigili impegnatissimi nella nobile arte del cazzeggio vomerese; bancarelle messe un pò alla “cazzo di cane”, tanto nessuno controlla, cumuli di munnezza nei pressi dei mercatini…Insomma le solite piccole schifezze di questa città.

E mi ci faccio il sangue amaro, al punto da pensare, un giorno si è l’altro pure che questa città non mi merita.

Oggi però ho avuto una illuminazione. Quale delle tante illegalità di Napoli mi toccano i nervi perchè effettivamente mi creano un danno e quali solo per il fatto di andare contro la legge?

La differenza non è da poco perchè incazzarsi per il mancato rispetto di una legge, giusta o sbagliata che sia, e indipendentemente dal fatto che quel comportamento crei o meno un danno, è un modo legalitario di vedere le cose, ma anche molto ristretto.

Nasce prima il sentimento di ciò che è giusto e poi la legge che dovrebbe tutelare e promuovere questo sentimento.

Se invece stravolgiamo le cose e rendiamo giusto ciò che la legge consente, e sbagliato ciò che la legge vieta, corriamo il rischio di accettare, come di fatto accettiamo, tante, troppe leggi sbagliate e inutili.

Il concetto di legalità non è sempre legato a norme, codici, regolamenti, ma è qualcosa che ha molto a che fare con la natura umana, con il contesto sociale e storico.

Si tratta allora di capire se la natura umana, nella sua varietà, è “buona” o “cattiva”.

Venendo all’attualità mi sono chiesto, anche se è noto il mio odio per il nano infame (che vorrei vedere condannato anche solo per il fatto di avere una faccia di cazzo): “ma quand’anche questo fosse andato con una 17 enne, quand’anche l’avesse pagata, quand’anche se la fosse fatta portare a casa da un’altra puttana, quale sarebbe il torto per tutti noi?”

Certo mi si replicherà che un uomo di Stato deve rispettare le leggi dello Stato che rappresenta e questa mi pare una buona osservazione, ma se fosse un semplice cittadino?

Se fosse un semplice cittadino e si appurasse che non c’è stata violenza, che tutti erano consenzienti, che ciascuno nella piena e libera determinazione, ha ottenuto e dato ciò che voleva allora, anche se vi sono leggi che dicono che è sbagliato, il comportamento è di per sè ingiusto?

Troppe leggi, troppe norme, che in molte occasioni sono state impropriamente fatte discendere dall’ , “etica” o dalla “morale”, riferendosi poi, troppo spesso, alla morale cattolico-cristiana (quella più chiusa e ottusa), non rispecchiano la reale natura umana.

Ovvio che ciò non può valere per chi compie gesti violenti o lesivi della libertà altrui, ma in casi come quello rappresentato, credo che davvero non ci sia nulla di ingiusto se non che il nano, in quanto rappresentante di questo paese, non può ragionare come sto facendo io ora, per il semplice fatto di aver sposato in pieno le sue leggi.

E’ un discorso chiaro nella mia testa ma, temo, non altrettanto nelle parole che sto scrivendo.

Vorrei solo dire che se si superassero tante ipocrisie a causa delle quali, nel privato tutti credono di poter violare, o aggirare alcune leggi, ma nel pubblico tutti si dichiarano pienamente rispettosi delle stesse, non troveremo mai la quadratura del cerchio ed una reale legislazione in grado di regolamentare ciò che serve che venga regolamentato, e non altro e magari un sistema che faccia coincidere ciò che è legale, con ciò che è giusto.

Faccio un esempio ancor più banale, perchè non posso andare in giro in mutande per la città, (ammesso che trovassi la cosa interessante)? Quale danno creerei? Eppure la legge sanziona comportamenti di questo tipo e così facendo ci allontana, una volta di più, dal sentimento di giustizia e legalità e anche di libertà che vive dentro ciascuno di noi.

Una legge per essere buona deve essere anche giusta e deve essere recepita come tale, non basta che venga pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

Tutto questo non è certo per difendere il nano, ma solo per un mio esercizio di riflessione e per imparare a percorrere il tratto di strada da casa allo studio, con qualche iastemma in mano, con un pò più di tollerenza e cercando di capire cosa davvero mi danneggia e cosa non mi sfiora minimamente.