ho trovato una vecchia fotografia, di quelle come si facevano una volta, scattando senza sapere se chi era ripreso stava bene, male, sorrideva, aveva gli occhi chiusi. Si scattava e basta e poi dopo una settimana si guardava il risultato.
Questa foto poi, per vederla ho dovuto attendere di più.
Mi pare venne messa in bacheca al tennis.
Ci sono io con la coppa in mano.
Un secondo posto nell’ Under 16 del circolo. Fabio mi aveva fatto una mazziata. 6-0 6-4. La mia emotività mi aveva praticamente paralizzato e così avevo giocato male, ma in foto sorridevo, tra Carlo Schiraldi e Zio Antonio, zio Luciano con la coppa del primo posto da dare a Fabio già pronta in mano, il maestro Polidoro identico al lupo di “voglia di Vincere” poco più dietro e semi nascosto dagli altri Maurizio Galise.
Ricordo l’orologio che indossavo, i pantaloncini, la tshirt semplice di quelle 4 a 10.000 lire.
Ho rivisto questa foto ed avrei voluto mostrarla a Zio Luciano, magari anche a Fabio, ma entrambi si sono congedati da questo posto.
L’ho mandata a Zio Antonio.
Mi ha risposto “altri tempi, bellissima”.
Mi avesse solo scritto “bellissima” sarebbe stato meglio.
“Altri tempi” mi ha riempito di malinconia.
Perchè Zio Luciano non c’è più, perchè Fabio non c’è più, perchè Carlo Schiraldi ha il cuore irrimediabilmente rotto, perchè il maestro Polidoro ormai cammina gobbo.
Il tempo è un mostro che divora.
Non c’è nemmeno più quel ragazzino con la coppa in mano che voleva solo giocare a tennis, tutto il tempo giocare a tennis, che stava male se pioveva e non poteva giocare, che si svegliava pensando a quello e si addormentando pensando a quello.
Eppure vincevo poco, giocavo bene e vincevo poco, fragile, nervoso, confuso, come anche adesso.
Erano altri tempi è vero.
Ora sono tempi duri, me lo sono tatuato qualche anno fa addosso e non sapevo fosse così vero.