Cose che imparo

Imparo che può arrivare la notte nel cuore del giorno.

Imparo che essere felici non è una roba assoluta, come non lo è essere tristi.

Imparo che si possono fare domande e non ricevere risposte, avere desideri e non vederli realizzare, fare meditazione e rimanere agitati.

Imparo ogni giorno, da quando sono diventato il mio esperimento.

Tipo che quando rabbia, preoccupazione, disagio mi schiacciano, non è utile che io mi dimeni e mi rammarichi, ma che a volte serve anche star fermo, aspettando che passi, aspettando che la marea si ritiri.

E se una sera non è sera, si può andare a letto, schiena contro schiena, con i pugni un pò stretti, ma con una certezza nuova, che niente è per sempre, vale per il bello, figurarsi per il brutto.

E così imparo e quando sto male, diventa quasi una sfida, o forse un test, per vedere se so mettere a frutto ciò che ho imparato.

Oggi è così, mi lascio passare addosso questo malessere, sapendo che la marea si abbasserà anche se è una marea di merda.

Al di là

Al di là dell’amore esiste il tempo

al di là del tempo esiste lo spazio

al di là dello spazio esiste il vuoto

al di là del vuoto esiste il pensiero

al di là del pensiero esiste la luce

al di là della luce esiste il buio

e dentro al buio ritrovo lo spazio

e dentro lo spazio ritrovo i pensieri

e dentro i pensieri si fa strada la luce

e quando perdo tutto ecco che riacquisto tutto ed in quel preciso istante

senza tempo, senza spazio, senza luce nè buio, senza pensieri e perfettamente vuoto,

ecco che ritrovo l’amore.

io la dedico a te, papà

Nonostante il vento
Nonostante i passi
Delle notti uguali che riporteranno brividi
Lungo schiene ed occhi
Dilatati, un poco affaticati
Ancora più di prima
O forse come adesso

Nonostante parli
Spesso ad alta voce
E nessuno crede a ciò che dici
A quel che immagini
Nonostante tutto
Io ti ascolterò quando non parli
Quando non mi guardi
Io ti vedrò lo stesso

Ti aspetterò, ti chiamerò cuore deciso
Nella mente, nelle pieghe del viso
Sarai da curare ancora un poco
Aggiustami le spalle
Che hai piegato
Ritirati pure dal fianco se hai tradito
Io ti amerò lo stesso

Nonostante voci
Le riviste, i baci
I biglietti inutili e gli ingorghi chilometrici
E l’odore forte
Di un’estate ancora da finire
Sarò come prima
O forse come adesso

Oh, nonostante veda
Quanta vita facile
Quanto amore docile
Precipita l’immagine
Della nostra storia
Se ti sembra dura ed invincibile, davvero
Io ti amerò lo stesso

Ti aspetterò, ti prenderò come un sorriso
Fino a casa quando torni deluso
Sarai da curare
Ancora troppo tempo da passare
Che hai sprecato
Ritirati dalla tua strada che hai guidato
Ti guiderò io adesso
Io ti amerò lo stesso

Io ti amerò lo stesso

Sei strisciato nella notte, sotto il letto, come un serpente, come un nemico.

Ed hai mangiato dito a dito ciò che rimaneva dell’infanzia, poi della giovinezza.

E ti sei bruciato il naso

e ti sei bruciato il cuore.

E non posso nemmeno odiarti. Sono il solito soldato chiamato al fronte, di una battaglia in cui non crede più nessuno.

Con lei che ti ha sempre messo al primo posto, dove i buoni mettono i deboli, gli sfortunati, i fragili.

Io a porta, sempre a porta, a parare l’imparabile.

A giocare a terra con i lego tuoi di nascosto, ad ascoltare i dischi tuoi, di nascosto anche quelli.

A condividere la vita. Con me stesso.

Mentre vedevi i draghi, mentre tiravi delle linee, mentre ti ammalavi il corpo, la mente ed ammalavi ed avvelenavi tutti noi.

Ancora oggi gioco a porta, ma ho le ossa più deboli, ho meno menischi, ho gli occhiali e sono stanco.

Non so manco più, come si piange, perchè le cose inutili uno le dimentica e piangere non serve a niente.

So già come finirà e finirà male ed avrò ed avremo altre cicatrici.

E tutto questo, senza motivo, senza ragione, senza parlare.

Striscia via o se proprio devi, mordimi forte al collo e leviamoci il pensiero.

Compiti per l’anima . 4

Fate un elenco di persone.

Fate un elenco di situazioni anche.

Fate un elenco di elenchi, perchè fa bene fare gli elenchi.

Fatelo, e poi mandate a fare in culo, anzi mandateaffanculotuttoattaccato, ogni singola voce dell’elenco, tipo così:

Malattie degenerative che ammazzano i padri, affanculo

gente che vende la cocaina, affanculo

gente che la compra, affanculo

madri che amano male, affanculo

padri che baciano i figli nel sonno, sennò se ne approfittano, (così dicono), affanculo

sogni che svaniscono al mattino, affanculo

sogni che svaniscono dopo l’orgasmo, affanculo

donne che illudono e donne che non illudono, affanculo

influencer, concorrenti di talent, presentatori televisivi, affanculo

e Se vi va, fate nomi e cognomi:

Michelle Hunziker, affanculo

Luciana Littizzetto, affanculo

Federico Fashion Style, affanculo

Elodie, affanculo

Elisa, affanculo, (no, forse per lei sarebbe sufficiente una doccia)

Scanzi, affanculo

Feltri, Feltrini, Feltrinelli, affanculo

Fabrizio Corona, affanculo.

Insomma, continuate così, finchè non esaurite la dose quotidiana di mandate a fare in culo,

Subito dopo cercate un posto per piangere, poi uno per riflettere, infine uno per mangiare una pizza che non resti sullo stomaco.

E mi raccomando la colonna sonora: “nun te reggae più” di Rino Gaetano