Primarie da dueeuri

C’è un errore di fondo, per me ovvio, quello di credere che dall’altra parte dell’Oceano arrivino sempre e comunque lezioni di democrazia…Tipo le primarie, ma che lezione di democrazia sarebbero? Per me sono la dimostrazione lampante che i partiti in questo paese non solo non sanno più selezionare al proprio interno la classe dirigente, ma non hanno neanche più le palle per assumersi le responsabilità di eventuali errori. Se vogliamo fare le primarie e quindi delegare all’elettorato la scelta dei candidati, allora questi candidati dovranno poi, di volta in volta, essere vincolati a quella stessa base che li ha scelti.

 

Mi spiego meglio, se oggi un politico eletto sceglie, per una qualsiasi ragione, di uscire da un gruppo, da un partito ecc, basta che sposti il culo su un’altra sedia del parlamento ed il gioco è fatto. Se però vogliono farci credere che a scegliere oggi siamo noi, allora il vincolo deve essere reciproco. Io mi manifesto come elettore di sinistra, mi attivo, ti foraggio ancora, mi sforzo di non sputarti sulla pelata o sul ciuffo da sfigato e tu, però, alla prima che fai fuori dal vaso, torni al circoletto dove hai fatto fare la fila con i “dueeuri” in mano e ti presti al nobile gioco del calcio in culo.

 

Invece questi si propongono, per un gioco che non si sa manco che regole avrà.

 

Bersani cosa farà se vincerà le elezioni? Sarà costretto a governare con il centro, si ammoccherà con Casini, farà aprire un museo in onore del suo riferimento Papa Giovanni?

 

Renzi? Renderà obbligatorio il vespino e l’ipad per tutti? Ci costringerà a prenotare un etto di salame on line perché dobbiamo andare verso il futuro?

 

Mi spiace per Vendola, perché il suo eloquio surreale, sospeso tra Minà e Alda Merini, avrebbe fatto commuovere schiere di adolescenti alla prima presenza elettorale.

 

Su Puppato, Poppato non dico nulla perché non so manco chi sia, ma Tabacci…Tabaccino mio, quel Lider indiscusso della sinistra che si affaccia al nuovo millennio…Me lo hanno fatto fuori cosi, come un Gervasetto qualunque…

 

Io a queste primarie non ho votato, non voterò, (ammesso che comunque fosse permesso a chi non ha dato i primi dueeuri), nemmeno al ballottaggio.

 

Prendo solo atto che la politica ed i politicanti per recuperare non dico credibilità, ma i riflettori, si farebbero mettere le banane al culo e le piume in testa, pur di apparire nuovi.

 

Il Pd poi  scimmiotta Xfactor, ogni settimana presenza un pezzo riarrangiato, cercando ndi convincerci che sia, se non un inedito, quanto meno la migliore versione mai sentita.

 

Io non mi sforzo nemmeno di premere il tasto verde per eliminare uno di questi pupazzi, aspetto che lo facciano da soli e soprattutto aspetto che Morgan dia da cantare un pezzo in inglese a Bersani…


 

 

 

Federico….IL PUNTO

Ogni tanto avverto l’esigenza di fermarmi e fare il punto, su come mi sento io, su come vanno le cose là fuori, su cosa accade dentro e fuori di me.

Dentro c’è confusione e lasciamo perdere, fuori c’è un paese che va a puttane.

Un paese senza speranza alcuna, in cui un vecchio politicante come Bersani si propone come il nuovo e mette tra i suoi riferimenti politico culturali di sinistra, un papa…Ma stiamo scherzando.

Fuori c’è un altro vecchio di plastica che non si rassegna ad essere buttato nella differenziata, (multimateriali), e cerca di reincarnarsi nella figlia, (anch’essa di plastica, anch’essa destinata al contenitore dei multimateriali).

Fuori ci sono i soliti studenti che devono fare la parte dei ribelli ed i soliti poliziotti che fingono di tutelare il sistema…Ed io ormai faccio da spettatore pagante, nel senso che ne pago le conseguenze, e provo una gran pena per chi usa i manganelli e per chi li prende sulla schiena.

A volte mi chiedo che cosa scriveranno i libri di storia degli anni che stiamo vivendo, se mai qualcuno sarà in grado di prendere tutta questa merda ed attribuirgli un senso, una spiegazione, di riconoscergli una qualche utilità.

Mi spaventa pensare al fatto che in fondo 50 anni sono nulla, zero, nella storia di un popolo o di una nazion e so che, se mai ci saranno, i frutti di tutto questo concime che ci stiamo beccando, io non li vedrò.

Ci sono generazioni che si prendono la merda ed altre che raccolgono i frutti. Noi quale siamo? Domanda retorica…

Odio scrivere di questi argomenti, eppure ci ricasco sempre. Mi riscopro disilluso, avvilito, frustrato, di quelli che parlano, parlano ma poi in piazza non scendono mai…Ma ora con chi dovrei scendere in piazza? Da quale parte della barricata mi trovo?

Sempre per questo costume piccolo e italico delle tifoserie, per il quale scegli una maglia e non la cambi mai anche se si sporca di sangue e merda. Ed infatti tanti, specie nel calcio, parlano di attaccamento alla maglia, come fosse un valore, come fosse un onore. Attaccarsi a qualcosa a prescindere da cosa accada, da come si gioca, dal fatto che si rispettino o meno delle regole.

Io no, io vorrei essere in grado di cambiare idea e posizione di fronte ad ogni cambiamento della realtà, perché è questo che oggi occorre: rapidità di pensiero e di azione, niente discorsoni, solo capacità di trovare nuove, veloci soluzioni.

Ecco perché non riesco a non ridere vedendo Bersani, il non giovane Renzi, il canuto Tabacci, la sconosciuta, o la caricatura di se stesso Vendola che si propongono di salvare questo cesso chiamato Italia.

Siete vecchi cazzo, vecchi non di età, sarebbe il minimo, anzi sarebbe bello che foste anziani e quindi saggi. Ma no, voi  (loro) siete vecchi, datati, incapaci di cogliere il secolo rapido, rapidissimo che è arrivato, siete incapaci di manovrare il treno e magari rallentarlo o deviarlo.

Educati, come me d’altronde, a ragionare su schemi ottocenteschi, cercate un modo per cambiare tutto per conservare le cose come stanno…Magari utilizzate l’Ipad, ma sempre “scaduti” siete.

E torno a bomba, non mi piace quello che accade lì fuori, perché non contiene, a mio avviso, i germi del cambiamento o del rinnovamento, ma solo del muro contro muro.

Noi italiani forse, nel panorama mondiale, restiamo la più grande opportunità sprecata, il talento peggio speso. Noi che siamo tutto edil contrario di tutto, noi che potremmo davvero esportare bellezza e pensieri nuovi e che invece ci scanniamo per un po’ di aria ed un posto al sole…

FINE DEL PISTOLOTTO.

 

p.s. alla mia nipocugina che mi dice che forse voterà alle primarie dico: “fai bene, l’arte di crederci, va coltivata”.