Il papà le si è seduto vicino e le ha detto che ha una scatola magica.
Le ha detto di aprirla, solo quando sarà a corto di sogni.
“vedi, mia piccola briciola di assoluto, quella è una scatola magica, ci ho messo tutti i sogni che ho sognato”
“E non ne hai realizzato nessuno”? Ha osservato lei.
“Qualcuno si, qualcuno no, ma li ho conseravati tutti“
E poi le ha messo un braccio attorno alle spalle e l’ha stretta a sè e lei si è imbarazzata perchè 12 anni è un fiume tra due terre….
Ma un pò di quell’abbraccio se l’è tenuto addosso, ha contato lenta fino a 10 convinta che 10 secondi fosse un tempo giusto per non scadere nelle smancerie.
E poi ha dimenticato tutto.
Ha affrontato montagne, mari, alti, bassi, amori, rancori, ha ascoltato e cantato musica, ha ballato nuda allo specchio, ha fatto l’amore quando voleva e quando non sapeva bene come fare e poi è diventata una donna e le rughe le hanno disegnato il viso.
Ha camminato in quel viale pieno di bouganville e si è sentita vuota, vuota per la troppa vita passata e forse per il tempo duro a venire, ha fatto il conto delle delusioni e delle illusioni e ha fermato i suoi passi.
In quel momento ha ricordato la scatola dei sogni, ha scavato nella memoria, poi ha scavato nel terreno, ha spezzato un’ unghia, ha graffiato un polpastrello e l’ha trovata.
Nessuna cerimonia particolare, l’ha aperta.
Vuota, un bigliettino solo.
“Sei la mia briciola di assoluto, non hai bisogno di sogni nuovi nè vecchi, hai già tutto nei tuoi occhi azzurri e nelle tue macchie caffèlatte”.
Ed allora ha sentito i 10 secondi dell’abbraccio, ha ripensato alle scarpe mai a posto, alle grida di suo padre. Ha pianto, un certo numero di lacrime.
Ha ripreso a mettere un piede dietro l’altro.
Ha sussussurato ti amo all’albero di limoni.
Ed il tempo ha ripreso ad andare.