Come un albero

Ho letto, (quasi tutto, poi mi ha annoiato ed infastidito), questo articolo http://www.repubblica.it/politica/2016/05/20/news/la_processione_nella_casa_di_pannella_ho_gia_detto_a_tutti_quello_che_devono_fare_al_momento_giusto_-140186348/?ref=HRER2-1

Ho pensato: “ecco il problema, danno tutti troppo peso alla vita, diamo tutti troppo peso alla vita”

Anche nel raccontare gli ultimi giorni di un uomo si spendono miliardi di parole, aneddoti, possibilmente con nomi importanti, citazioni, frasi ad effetto, come a sottolineare la grandezza dell’uomo e della sua mente.

Questa sopravvalutazione di ciò che siamo e delle nostre vite è per me insopportabile, oltre che causa di questo homocentrismo/fanatasimo.

Sarò distruttivo, a volte smorzo entusiasmi e la mia frase principale rispetto ad ogni novità è “mi pare una cazzata”, ma non è mancanza di gioia o vitalità, credo sia il desiderio di sentirmi come un albero, che cresce senza domandarsi ogni giorno come sia essere albero, quando pesino i propri rami, come ci guardino le altre piante del bosco o se il taglialegna arriverà oggi o domani.

Io non sono famoso e non lo sarò mai, a far un montaggio della mia vita, il giorno prima di morire, pure si potrà cogliere qualche attimo di luce, qualche frase ad effetto, quale guizzo di genialità, ma a che pro? A consolazione o premio di chi o cosa?

Troppa importanza a ciò che c’è sopra e tutto intorno all’esistenza, davvero troppa.

Come un albero, ecco la frase che vorrei mi descrivesse, ma se lo facesse, e ancor più se qualcuno lo ricordasse, sarebbe essa stessa la negazione di ciò che voglio.

 

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