Lei.

Lei va in giro con la sua ombra perfetta,

e dispensa sorrisi e gesti delicati dalle mani affusolate e non lo sa che ha chiuso la felicità in una scatola.

Si dedica ad aggiustare il passato e lo fa con così tanta cura che per sistemare presente e futuro non le resta più tempo.

Non ha cancellato il numero di lui, non lo cancellerai mai. Continuerà a sognare di quel tatuaggio da fare in due, di quel viaggio da fare in due, di quell’isola da abitare insieme, stretti sotto l’ombrello, stretti come un solo cuore.

Ma nulla di questo accadrà più. Mai più.

Guarda crescere i figli che ora sono grandi.

Si guarda sfiorire negli sguardi di lui che ha scelto per le stesse ragioni per le quali non lo ama più, e forse mai lo ha amato.

Osserva sua madre invecchiare, mentre suo padre invece è sempre giovane e bello come un eroe Tutto questo sa che non ha un senso, ma lei è stata così brava da trasformare la bugia nel suo senso.

Ieri l’ho vista, osservava una panchina vuota.

Ho potuto leggere i suoi pensieri, si chiedeva come sarebbe stato avere il culo di lui seduto stretto vicino, attaccato al suo, a guardar la gente passare, come fosse il più bello degli spettacoli teatrali.

Ma nulla di tutto questo accadrà mai.

Ha scelto, di non scegliere, ma di farsi scegliere, di restaurare il mondo, ma di lasciarsi andare in pezzi.

Ed ognuno è artefice della propria infelicità e carnefice della propria felicità.

Resta solo da rivivere il passato, chiudendo gli occhi e respirandolo a narici larghe.